Licenze gioco d’azzardo: proroga fino al 2023

A fine 2022 sarebbero dovute scadere le licenze per gli operatori del gioco d'azzardo in Italia, che comprende anche i casinò online. Le vicende politiche, tra cui il cambio di governo rispetto all'anno precedente, hanno fatto sì che alcuni temi venissero per forza di cosa accantonati o rimandati. Tra questi ve n'era uno molto importante per gli operatori dei casinò online, ovvero la proroga delle licenze.

Cosa si è deciso per le licenze dei casinò

Per i casinò online e in generale per le licenze del gioco d'azzardo online, il governo attuale ha deciso di prorogare l'attuale situazione fino alla fine del 2023. L'attuale bozza di legge, infatti, prevedeva che dall'inizio del nuovo anno vi sarebbero state soltanto 40 licenze disponibili, concesse ad un prezzo di 2,5 milioni di euro.

Una coperta sempre più corta

La bozza di legge attuale prevede quindi che debbano essere meno operatori, e questo chiuderebbe certamente la strada ad alcune realtà in crescita, diminuendo la nascita di nuovi casinò online, generalmente apprezzati perché consentono ai giocatori di poter approfittare di promozioni per i nuovi clienti. Al momento, tuttavia, non è dato sapere se l'attuale governo metterà mano all'attuale bozza di legge, oppure procederà come programmato. Attualmente le licenze sono 80, per le quali gli operatori hanno pagato 350 mila euro per 9 anni. Ridurre gli operatori della metà, sarebbe sicuramente un'operazione che influirebbe pesantemente sul mercato, causando molto probabilmente degli spostamenti verso mercati esteri da parte di alcune società e investitori, se non l'accorpamento tra più operatori.

Altre novità riguardo ai casinò online per il 2023

Una cosa certa, per ciò che riguarda i casinò online italiani nel 2023, è l'aumento dell'aliquota che passerà dal 22% attuale al 24%. I numeri crescenti dei casinò online stanno portando le autorità italiane (e non solo) ad aumentare il peso fiscale verso gli operatori. In altri paesi tale aliquota è superiore, come ad esempio in Spagna dove viene applicato un 30%.