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Tutela dei giocatori online: Italia modello di eccellenza

Tutela dei giocatori online: Italia modello di eccellenza

L’Egba (European Gaming and Betting Association) ha recentemente reso noto i risultati di uno studio che aveva commissionato dalla City University di Londra sul tema “Consumer Protection In Eu Online Gambling Regulation”, volto ad indagare il livello di tutela dei giocatori online posto in atto dai diversi Paesi dell’Unione.

Il mio dato che cattura l’attenzione è il fatto che tra tutti gli Stati membri che offrono giochi, la Danimarca è l’unico Paese ad aver raggiunto l’attuazione completa di quelle che sono le linee guida comunitarie per la protezione dei giocatori che scelgono di scommettere nei casinò online e nelle altre opzioni di giochi a distanza.

Se è vero che questo si traduce in un diffuso rischio, a livello europeo, che vi siano livelli di tutela non uniforme dei consumatori, l’Italia esce da questo quadro in modo egregio, citata spesso come uno dei Paesi più virtuosi.

Sono 25 gli Stati che impongono l’apertura di un conto di gioco a tutti coloro che desiderano di giocare legalmente nei casinò online , ma sono stati contati solo 22 Stati tra quelli che hanno anche posto in essere una procedura di verifica dell’identità del giocatore e l’Italia è tra questi. Come infatti è noto, per poter registrarsi in uno dei casinò online italiani, è necessario non solo compilare il modulo di registrazione presente nel sito dell’operatore, ma anche convalidare la propria iscrizione inviando una copia del proprio documento di identità. Grazie al ricevimento del documento, il casinò ha l’opportunità di controllare che il conto corrisponde ad una persona reale e che il giocatore ha raggiunto l’età minima per giocare legalmente in Italia. Tutela dei giocatori online

Per quanto riguarda la definizione di un’età minima di accesso ai giochi, questa è presente in tutti gli stati membri ed in 22 di essi è fissata a 18 anni, come nel nostro paese. Tuttavia, solo 13 Stati hanno approvato norme che prevedono l’indicazione di divieto di gioco ai minori nelle pubblicità dei casinò online, come forma di tutela dei giocatori online più vulnerabili.

In 23 Paesi, tra cui l’Italia, agli operatori di gioco a distanza legale è fatto obbligo di offrire opzioni di autoesclusione come strumenti per promuovere il gioco responsabile e dare all’utente tutte le possibilità di mantenere sotto controllo il suo livello di gioco. L’Italia insieme ad altri 13 Paesi è andata anche oltre in termini di protezioni dei giocatori, creando un registro nazionale dei giocatori autoesclusi.

In materia di autoesclusione, in Italia ed in altri 4 paesi, quali Malta, Germania, Grecia e Finlandia, non solo è il giocatore che può prendere l’iniziativa, ma anche l’operatore nel caso rilevi comportamenti che violano le regole base della responsabilità nel gioco. Se il giocatore ha optato per un’esclusione permanente, questa può essere revocata in tutti i Paesi esaminati, tuttavia in 5 casi (Italia, Lituania, Spagna, Slovacchia e Romania) è necessario che trascorrano almeno 6 mesi prima che il conto gioco possa essere riattivato.

L’Italia quindi è uno dei Paesi più virtuosi in materia di tutela dei giocatori online e tutti i casinò online che hanno ottenuto la licenza rilasciata dall’Agenzia Dogane e Monopoli,  e SportPesa casino è tra questi,  sono attivi da anni nella promozione di strumenti, risorse e campagne volte a sottolineare che il gioco online è e deve rimanere solo un gioco, una forma di intrattenimento che va gestisca in modo maturo e controllato.

Un altro studio Egba ha evidenziato la notevole crescita del gioco d’azzardo in tutta Europa. La quota di mercato detenuta dal gioco online nel 2017 è stata del 20,7%, contro un 79,3% delle scommesse effettuate con modalità tradizionali. Per il gioco a distanza si prevede un incremento della quota di mercato nei prossimi anni, fino a raggiungere circa il 25% nel 2020. In Italia, lo spostamento verso l’online è facilitato da diversi fattori, tra cui le politiche di taglio delle slot machine offline  e dalle diverse iniziative delle amministrazioni locali, volte a ridurre l’offerta di gioco sul territorio.

Matteo Panicucci