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Autorizzazione biliardino, dietrofront del governo

Autorizzazione biliardino, dietrofront del governo

Notizie ITA
  • Il governo fa dietrofront sulla “questione biliardino”
  • I gestori potranno mettersi in regola con una semplice autocertificazione
  • Il settore richieste un’uniformazione alla disciplina europea

Negli ultimi giorni è impazzata la polemica sulla decisione del governo di uniformare il gioco del biliardino (calcio balilla) e di altri giochi d’intrattenimento al gioco d’azzardo, prevedendo una serie di autorizzazioni necessario per il loro utilizzo pena il divieto e multe salatissime. Sono insorti numerosi parlamentari e gestori, puntando il dito contro l’assurdità di questa misura. Potrebbe sembrare una polemica basata sui propri interessi, ma invece va contro la stessa normativa europea, assolutamente non in linea con questa direzione.

La normativa italiana infatti è da rivedere. Per la precisione, il comma 3 dell’art.38 della legge n.388 del 23 dicembre 2000, non va a fare alcuna distinzione tra le varie categorie di giochi, mettendo sullo stesso piano slot machine e giochi di puro intrattenimento, e neanche per gli sport virtuali. Questo causa delle procedure di omologazione complicate e quindi anche costose, il cui peso va a caricarsi sugli stessi produttori dei giochi ma anche sugli importatori.

In sintesi, la normativa ormai è datata e da rivedere. Il settore si è ramificato in modo sostanziale e non si può più generalizzare tra le varie tipologie di prodotto offerte.

Dietrofront del governo

Nelle ultime ore vi sono state delle correzioni a tal proposito, poiché anziché richiedere autorizzazioni varie, si chiede ai gestori di attività con biliardino di stilare un’autodichiarazione in cui dichiarare i fini esclusivamente d’intrattenimento dei giochi, per garantire la “sicurezza e l’incolumità dei giocatori”. La stessa cosa si applica anche a flipper e altri giochi presenti ormai da numerosi decenni negli stabilimenti balneari e altre tipologie di ambienti di svago.

A quanto è emerso, il fine del governo era quello di eliminare la possibilità che gli stessi giochi venissero utilizzati come gioco d’azzardo. Considerando il grado d’impopolarità della misura, c’è da aspettarsi che non solo verrà bloccata ma che presto si discuta anche dell’aggiornamento e allineamento con le normative europee per una maggiore fluidità del settore.

Giulia Pani