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eSports: si va verso la comparazione?

eSports: si va verso la comparazione?

Notizie ITA
  • Giovanni Malagò delega Michele Barbone per la creazione di un soggetto che rappresenti gli eSports in Italia
  • Potrebbe essere il primo passo verso il riconoscimento dello status di professionisti per i giocatori
  • In Italia aumenta il pubblico e il numero di scommesse su questa specialità

Oggi, mercoledì 27 gennaio, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha inviato una lettera al presidente del Comitato promotore eSports Italia, Michele Barbone. In questa lettera vi è la delega per l’attuazione di tutte le attività propedeutiche per l’unificazione delle realtà e-Sports italiane, al fine di creare un soggetto che possa rappresentarle a livello nazionale, in linea con i principi dell’ordinamento sportivo.

Si tratta di un passo avanti decisivo, nell’ottica della possibile comparazione degli e-Sports agli sport professionistici. Non si tratta soltanto di una questione di concetto, ma soprattutto legislativa, poiché sarebbe il primo passo per l’inquadramento dei professionisti del settore e la loro tutela (es. da un punto di vista fiscale ecc.). Ad oggi, infatti, chi pratica eSport a livello agonistico, anche con squadre, non viene inquadrato da un punto di vista normativo. La lettera di Malagò lascia ben sperare.

Tale lettera forse non arriva in un momento qualsiasi, poiché gli eSports stanno dimostrando la grande forza dei loro numeri in fatto di audience e vendite. Infatti, gli eventi eSports vengono seguiti da un numero sempre maggiore di appassionati, tanto che già in questo senso raggiunge dei numeri comparabili con le serie maggiori degli sport più popolari, soprattutto per determinati eventi importanti, come il League of Legends, l’evento più importante e più seguito al mondo nel settore eSports.

La tutela dei diritti è importante, perciò rendere questi giocatori professionisti “professionisti” anche di fatto, a livello sportivo, consentirebbe loro di raggiungere una maggiore dignità da un punto di vista normativo, prima che l’essere considerati dei veri e propri “atleti”. Su questo ci sarà da discutere sempre molto. Ad ogni modo, la lettera di Malagò potrebbe essere il primo segnale, così come in altre parti del mondo, che l’eSports possa affacciarsi prima o poi tra le discipline in “prova” alle Olimpiadi, come successo già per tante altre specialità. Sarebbe già un grande passo in avanti e sicuramente offrirebbe la possibilità di conoscere meglio questo mondo.

Negli ultimi anni, gli eSports sono divenuti molto seguiti in Italia, sia dagli appassionati che dagli scommettitori, che oggi possono contare spesso su sezioni dedicate proprio a questa specialità, con la possibilità di puntare su una squadra piuttosto che un’altra, nei match diretti.

Giulia Pani